La terracotta nell'arte del Presepe in Sicilia

Una strana e insolita magia percorre il nostro corpo, affolla la nostra mente, quando si avvicina il Natale.

Sarà il pensiero di una più o meno lunga vacanza invernale, la voglia di far spese per donare ai propri cari un ricordo per una festività che ci dovrebbe vedere più buoni superando e accettando magari qualche piccola angheria che subiamo giornalmente da “amici"? e a volte anche da “parenti"?, sarà la frenesia dell’attesa di sapere quale è stato il pensiero preparato per noi dai nostri cari, insomma è una festa unica, come unica è una nascita soprattutto quando si parla del Messia, di Gesù, del Redentore, del Signore che si è fatto carne, perché partorito da essere umano - Maria - che nel dolore delle doglie e del parto potesse vivere la umana quanto straordinaria felicità della sofferenza della maternità. Questo aspetto della nascita di Gesù, della magia del Natale e del presepe si rinnova annualmente dai tempi del Poverello di Assisi e, ormai da 13 anni, alla Fondazione Mazzullo di Taormina con una interessante mostra dal titolo “La terracotta nell’arte del Presepe in Sicilia"?.

 Centinaia e centinaia di artisti (scultori o presepisti) si sono alternati negli anni esponendo il proprio lavoro nelle varie edizioni in questa splendida dimora che fu dei Duchi di Santo Stefano e oggi dedicata alla collezione di Giuseppe Mazzullo. L’edizione di quest’anno sembra sia tra le più significative sia per la qualità delle opere esposte che per il numero di artisti (62 in tutto) nonché perché richiama sempre più qualificati scultori che accettano di cimentarsi con la creta. Una edizione, quella di quest’anno, che ha puntato anche sulla realizzazione di un catalogo nel quale sono state raccolte tutte le opere in mostra (anche se vi è sempre qualche furbo ritardatario che, anziché inviare la foto dell’opera che sarebbe stata esposta, ha pensato bene di inviare una foto diversa).

Gli artisti: Nicola Abate, Vincenzo Abate, Maria Aiesi, Giovanni Albano, Maria Annaloro D’Alia, Turi Azzolina, Nuccio Bertuccio, Gianfranco Bevilacqua, Carmelo Cafiero, Ilaria Caputo, Aristide Casucci, Calogero Salvatore Chinnici, Alfio Cottone, Angelo Cottone, Giuseppe Criscione, Giuseppe Di Franco, Umberto Di Pasquale, Emanuele Di Stefano, Vincenzo Forgia, Giovanni Gambino, Guido Gambino, Mario Gambino, Tonino Gelo, Giuseppe Giardina, Gianluca Giorgioni, Luigi Grasso, Rosalba Greco, Andrea Gugliandolo, Sebastiana Laferla, Mario Lo Coco, Patrizia Longo, Tanino Mammano, Roberto Mendolia, Claudio Militti, Antonella Moschella, Donata Mozer, Giovanni Murganti, Mario Navanzino, Silvana Nerelli, Nino Parlagreco, Rosario Patanè, Anna Petralia, Antonino Pettinato, Antonella Pomara, Ernesto Randazzo, Giacomo Randazzo, Rosaria Randazzo, Bruno Ridolfo, Gianfranco Ridolfo, Rosa Rigano, Angelo Salemi Mazzarino, Enico Salemi Scarcella, Gigi Samperi, Tina Spadaro, Saverio Stassi, Giusy Toscano, Alberto Vasta (Valbert), Vincenzo Velardita, Enzo Venniro, Pierantonio Volpini, Rosario Vullo, Guido Weigert che, per dovere di cronaca abbiamo citato, sono i protagonisti di questa straordinaria e mistica mostra natalizia. Non si escludono cadute della mostra stessa perché, come è ovvio, non tutti sono sullo stesso piano artistico e creativo, ma l’impegno che ognuno ha profuso è stato notevole e degno di menzione. Tutti hanno dato il massimo che potevano.

Ci corre l’obbligo però di citare alcuni tra i più significativi lavori presentati: uno straordinario San Giuseppe che accoglie tra le proprie braccia una intimorita fanciulla che, a sua volta, abbraccia il Bambino di Antonella Pomara; una modernissima ceramica smaltata Natività unita nella preghiera di Giovanni Gambino; uno spaurito e infreddolito Bambin Gesù in una placenta vagante per l’universo mentre la sua mamma, dall’alto lo veglia, di Ilaria Caputo; una singolare quanto inedita maternità del monrealese Mario Lo Coco; una modernissima e pregevole opera, L’Aperion, di Claudio Militti; una singolare natività in cui San Giuseppe che, con la mano alzata, sembra voler dire: “non c’entro niente"? di Nino Parlagreco; una sintesi minimale di Alberto Vasta che fa da contraltare ad una ricca e amabile opera di Rosario Vullo. Il catalogo è arricchito da testi di Mirella Bolognari, Antonio Magrì e Franz Riccobono. La presentazione, di Vinny Scorsone, contiene la poesia Notte Santa di Guido Gozzano, uno dei più grandi poeti crepuscolari del Novecento.

La mostra è visitabile fino al 6 gennaio 2008 presso la Fondazione Giuseppe Mazzullo di Taormina Vico De Spuches dalle ore 9.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.00 festivi compresi tel. 0942 610273. Ingresso gratuito catalogo a richiesta gratuito.

Francesco M. Scorsone, 22 Dicembre 2007